ANTONIO GIOVINAZZI: L'ASTRO NASCENTE DELL'AUTOMOBILISMO ITALIANO
Un italiano in Formula 1 ci vuole e manca da tanto tempo! L'ultimo è stato Trulli che ha concluso la propria carriera nel 2011, lasciando un vuoto che si fa sentire.
Ma lo scorso weekend a Monza, non abbiamo visto solo la scontata vittoria delle frecce d'argento, ma una stella, un talento degno di un futuro glorioso.
Si tratta di Antonio Giovinazzi, 22 anni, originario di Martina Franca, capace nell'anno dell'esordio in GP2 di impensierire il primo in classifica.
Due i risultati da ricordare: il primo a Baku e il secondo qualche giorno fa nel tempio dell'automobilismo italiano, vedendolo sul gradino più alto del podio nonostante la partenza dall'ultima posizione.
Insomma un gran piede, ma anche tanto cervello, che gli ha permesso di approfittare degli errori altrui e portarsi così a 10 punti di distacco dal titolare della classifica, Pierre Gasly.
Tutto questo non è passato inosservato agli occhi di una delle squadre più potenti del mondo, tant'è che ieri il giovane pugliese della Prema si è ritrovato a Maranello, a correre sul simulatore Ferrari, il "ragno", come viene chiamato dagli addetti ai lavori.
Il martinese si racconta ai microfoni di Motorsport.com: "Emozionato? Parliamo della Ferrari, di Maranello, come si fa a non essere emozionati? È stata un’opportunità bellissima. Non avevo mai provato un simulatore di Formula 1, e nei primi giri avevo la testa che mi girava un po’. Ma mi sono ritarato subito, e devo dire che alla fine è una bella sensazione quella che si prova guidando un simulatore di questo tipo”.
“Ho provato due tracciati dalla caratteristiche molto differenti, un circuito permanente e un cittadino e mi sono trovato molto bene. Sono strumenti incredibili, e ora capisco quanto siano utili per preparare una gara. Ma su tutto ha prevalso la felicità per questa opportunità. Ora tornerò a preparare il finale di stagione che mi attende in GP2, ma non posso che ringraziare la Ferrari per questa giornata fantastica”.
È un test, non un ingaggio, ma vale più di mille promesse. Solo un test con cui ci si inizia a conoscere e capire con chi si ha realmente a che fare.
Ferrari osserva, analizza e trae le proprie conclusioni, dimostrando l'interesse solo quando c'è qualcosa che va oltre la semplice prestazione.
D'altronde Giovinazzi è italiano, così come Antonio Fuoco, presente da tempo nel programma Driver Academy del Cavallino.
Giovinazzi ha fatto la sua parte, ha dimostrato il proprio talento puntando al titolo GP2 da esordiente, con due rimonte da paura; non ci resta che aspettare e sperare di vedere ancora il tricolore nella griglia di partenza della categoria regina, magari già a partire dall'anno prossimo.
Matteo Pedetti
Ma lo scorso weekend a Monza, non abbiamo visto solo la scontata vittoria delle frecce d'argento, ma una stella, un talento degno di un futuro glorioso.
Si tratta di Antonio Giovinazzi, 22 anni, originario di Martina Franca, capace nell'anno dell'esordio in GP2 di impensierire il primo in classifica.
Due i risultati da ricordare: il primo a Baku e il secondo qualche giorno fa nel tempio dell'automobilismo italiano, vedendolo sul gradino più alto del podio nonostante la partenza dall'ultima posizione.
Insomma un gran piede, ma anche tanto cervello, che gli ha permesso di approfittare degli errori altrui e portarsi così a 10 punti di distacco dal titolare della classifica, Pierre Gasly.
Tutto questo non è passato inosservato agli occhi di una delle squadre più potenti del mondo, tant'è che ieri il giovane pugliese della Prema si è ritrovato a Maranello, a correre sul simulatore Ferrari, il "ragno", come viene chiamato dagli addetti ai lavori.
Il martinese si racconta ai microfoni di Motorsport.com: "Emozionato? Parliamo della Ferrari, di Maranello, come si fa a non essere emozionati? È stata un’opportunità bellissima. Non avevo mai provato un simulatore di Formula 1, e nei primi giri avevo la testa che mi girava un po’. Ma mi sono ritarato subito, e devo dire che alla fine è una bella sensazione quella che si prova guidando un simulatore di questo tipo”.
“Ho provato due tracciati dalla caratteristiche molto differenti, un circuito permanente e un cittadino e mi sono trovato molto bene. Sono strumenti incredibili, e ora capisco quanto siano utili per preparare una gara. Ma su tutto ha prevalso la felicità per questa opportunità. Ora tornerò a preparare il finale di stagione che mi attende in GP2, ma non posso che ringraziare la Ferrari per questa giornata fantastica”.
È un test, non un ingaggio, ma vale più di mille promesse. Solo un test con cui ci si inizia a conoscere e capire con chi si ha realmente a che fare.
Ferrari osserva, analizza e trae le proprie conclusioni, dimostrando l'interesse solo quando c'è qualcosa che va oltre la semplice prestazione.
D'altronde Giovinazzi è italiano, così come Antonio Fuoco, presente da tempo nel programma Driver Academy del Cavallino.
Giovinazzi ha fatto la sua parte, ha dimostrato il proprio talento puntando al titolo GP2 da esordiente, con due rimonte da paura; non ci resta che aspettare e sperare di vedere ancora il tricolore nella griglia di partenza della categoria regina, magari già a partire dall'anno prossimo.
Matteo Pedetti