GRAN PREMIO DEL BRASILE 2016
Hamilton centra la vittoria sotto la pioggia battente di una gara lunga più di tre ore, portandosi a soli 12 punti da Rosberg in ottica mondiale.
L'inglese porta a casa l'ennesimo successo, firmando anche il primo successo ad Interlagos. Una gara dominata dalla pioggia battente, con diversi ritiri dovuti all'aquaplaning, due Stop con bandiera rossa e Safety Car, in cui il pilota della Mercedes non ha battuto ciglio tenendo la sua W07 ben salda in prima posizione; non un controsterzo, non una sbavatura e nessuna incertezza per tutto il weekend; insomma, ha saputo dimostrare la stoffa del vero campione.
Secondo sotto la bandiera a scacchi il compagno di squadra, Nico Rosberg, che, calcolatrice alla mano, si tiene la testa della classifica con 12 punti di vantaggio, sapendo che è sufficiente arrivare a podio ad Abu Dhabi per laurearsi per la prima volta campione del mondo. Anche il tedesco ha saputo controllare magistralmente situazioni difficili sotto il diluvio, dalle perdite di aderenza in accelerazione, ai continui attacchi di Max Verstappen, senza prendersi rischi eccessivi e lasciando che fosse la strategia Red Bull a dargli ragione.
Secondo sotto la bandiera a scacchi il compagno di squadra, Nico Rosberg, che, calcolatrice alla mano, si tiene la testa della classifica con 12 punti di vantaggio, sapendo che è sufficiente arrivare a podio ad Abu Dhabi per laurearsi per la prima volta campione del mondo. Anche il tedesco ha saputo controllare magistralmente situazioni difficili sotto il diluvio, dalle perdite di aderenza in accelerazione, ai continui attacchi di Max Verstappen, senza prendersi rischi eccessivi e lasciando che fosse la strategia Red Bull a dargli ragione.
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A proposito di Max Verstappen: è lui il vero idolo di Interlagos 2016, finendo su tutte le testate a fianco ai nomi di maestri come Senna e Schumacher, le pietre miliari della storia della Formula 1. Certo che paragoni così importanti sono azzardati, ma l'Olandese Volante ha dimostrato per l'ennesima volta coraggio e capacità degne dei migliori, specialmente sull'asfalto bagnato del Brasile; è scontroso e arrogante, forse non sa comportarsi in pista, ma come lui ce ne sono pochi, specialmente considerando l'età. Nei video vedete l'incredibile sorpasso su Rosberg, su una traiettoria visibile solo a lui, trovata approfittando della Safety Car, ma anche il fenomenale salvataggio della sua RB12.
Il talento non manca, peccato che ci abbia pensato il team ad azzopparlo con le gomme intermedie; ma alla fine il gradino più basso del podio è già un risultato più che soddisfacente.
Quarto all'arrivo Perez con la sua Force India, rendendo il miraggio del quarto posto nel mondiale costruttori sempre più una realtà; il messicano ha mostrato per l'ennesima volta il talento dei grandi, riuscendo perfino ad arginare la prepotenza di Verstappen per qualche curva e aggiungendo una perla alla sua straordinaria stagione.
Il talento non manca, peccato che ci abbia pensato il team ad azzopparlo con le gomme intermedie; ma alla fine il gradino più basso del podio è già un risultato più che soddisfacente.
Quarto all'arrivo Perez con la sua Force India, rendendo il miraggio del quarto posto nel mondiale costruttori sempre più una realtà; il messicano ha mostrato per l'ennesima volta il talento dei grandi, riuscendo perfino ad arginare la prepotenza di Verstappen per qualche curva e aggiungendo una perla alla sua straordinaria stagione.

Dietro di lui l'unica Rossa arrivata in fondo, quella di Vettel, costretto alla rincorsa dopo il testa-coda dei primi giri; belli gli ultimi giri, in rimonta verso il gruppo di testa, ma vederlo dietro a Raikkonen in qualifica e letteralmente asfaltato dall'alfiere della Red Bull non da onore ai quattro titoli mondiali sul curriculum. Ci resta solo da sperare che l'ormai imminente stagione del 2017 ci mostri un Sebastian ed una Ferrari nuovi, capaci di lasciarci alle spalle le ultime annate così poco fortunate.
Sesto sotto la bandiera a scacchi, ma quarto per gran parte della gara, è arrivato Carlos Sainz, che come sempre dimostra di saper correre quando serve usare la testa, arrivando egregiamente a soli 4 secondi dalle grandi senza incertezze.
Poco dietro Hulkenberg, settimo dopo una rimonta incredibile in seguito ad una foratura.
La bella gara di Ricciardo si conclude in ottava posizione, appesantito dalla penalità per essere entrato in Pit Lane quando non doveva e dalla strategia, ma comunque impotente di fronte all’esuberanza del compagno di squadra.
A chiudere la zona punti troviamo Nasr, autore di una gara inaspettata, portando a casa i primi due punti stagionali alla Sauber, ovvero quanto basta per agguantare la decima posizione nel mondiale costruttori, a spese della Manor, a cui segue Alonso, anonimo in qualifica e in gara; unico accento per lo spagnolo durante le prove libere, quando dopo un uscita di pista ci ha riproposto lo spettacolo dello scorso anno, sedendosi a bordo pista nella postazione di un cameraman.
Sesto sotto la bandiera a scacchi, ma quarto per gran parte della gara, è arrivato Carlos Sainz, che come sempre dimostra di saper correre quando serve usare la testa, arrivando egregiamente a soli 4 secondi dalle grandi senza incertezze.
Poco dietro Hulkenberg, settimo dopo una rimonta incredibile in seguito ad una foratura.
La bella gara di Ricciardo si conclude in ottava posizione, appesantito dalla penalità per essere entrato in Pit Lane quando non doveva e dalla strategia, ma comunque impotente di fronte all’esuberanza del compagno di squadra.
A chiudere la zona punti troviamo Nasr, autore di una gara inaspettata, portando a casa i primi due punti stagionali alla Sauber, ovvero quanto basta per agguantare la decima posizione nel mondiale costruttori, a spese della Manor, a cui segue Alonso, anonimo in qualifica e in gara; unico accento per lo spagnolo durante le prove libere, quando dopo un uscita di pista ci ha riproposto lo spettacolo dello scorso anno, sedendosi a bordo pista nella postazione di un cameraman.
Mille complimenti ad Ocon, solo 12esimo al traguardo, ma per lungo tempo in zona punti, mettendo in mostra un talento inaspettato; l’inesperienza e il mezzo a disposizione non gli hanno permesso di portare a casa punti, ma con questa gara ha dimostrato qualcosa, che speriamo di rivedere nei prossimi GP.
Finale commovente per Massa, che conclude l’ultima gara di casa a muro, uscendo con le sue gambe e percorrendo tutta la pit lane a piedi, avvolto dalla bandiera del Brasile, sotto una pioggia battente che confondeva il suo pianto; tutti gli operatori, i meccanici, i tecnici ed il suo pubblico gli hanno reso omaggio con applausi e abbracci; il brasiliano certamente voleva aspettare il giro d’onore a fine gara per salutare la pista di casa, ma quando lasci la Formula 1 così è segno che qualcosa di importante lo hai fatto. OBRIGADO!
Finale commovente per Massa, che conclude l’ultima gara di casa a muro, uscendo con le sue gambe e percorrendo tutta la pit lane a piedi, avvolto dalla bandiera del Brasile, sotto una pioggia battente che confondeva il suo pianto; tutti gli operatori, i meccanici, i tecnici ed il suo pubblico gli hanno reso omaggio con applausi e abbracci; il brasiliano certamente voleva aspettare il giro d’onore a fine gara per salutare la pista di casa, ma quando lasci la Formula 1 così è segno che qualcosa di importante lo hai fatto. OBRIGADO!
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Male per Grosjean che non ha nemmeno iniziato la gara, sbattendo nel giro di posizionamento, seguito durante il GP da Raikkonen, Gutierrez, Palmer ed Ericsson.
Raikkonen se l’è vista veramente brutta, con un testa-coda finito a muro sul rettilineo della Pit Lane e fermandosi in contromano in mezzo alla pista; per fortuna non è stato colpito dalle altre monoposto, ma d’altronde sono i rischi del mestiere.
Come sempre quando piove ci si trova di fronte ad una direzione incapace di gestire la situazione, che, per motivi di "sicurezza", dispone la partenza in Safety Car con una serie infinita di giri al rallentatore; quello che abbiamo visto ad Interlagos, ovvero la strage di monoposto sotto una pioggia non così impegnativa (la Formula 1 ha visto diluvi molto più importanti), non dipende dalle gomme, dalle macchine o dai piloti, ma dal regolamento. Certo, la colpa di tutto questo è della stupida regola del parco chiuso!
Tutti, anche i meno esperti, sanno che la pista asciutta o bagnata richiedono due assetti diversi, ma con la regola del parco chiuso blocca la conformazione della vettura a quella delle prove, senza che i meccanici possano modificarlo per adattarlo ad un acquazzone improvviso, per esempio.
Per cui correre sotto l'acqua senza poter alzare la macchina, aumentare il carico aerodinamico o ammorbidire l'assetto diventa difficile e pericoloso, generando un rischio che nessuna SC può arginare.
Qualcosa deve cambiare in questa Formula 1, e speriamo presto.
Matteo Pedetti
Raikkonen se l’è vista veramente brutta, con un testa-coda finito a muro sul rettilineo della Pit Lane e fermandosi in contromano in mezzo alla pista; per fortuna non è stato colpito dalle altre monoposto, ma d’altronde sono i rischi del mestiere.
Come sempre quando piove ci si trova di fronte ad una direzione incapace di gestire la situazione, che, per motivi di "sicurezza", dispone la partenza in Safety Car con una serie infinita di giri al rallentatore; quello che abbiamo visto ad Interlagos, ovvero la strage di monoposto sotto una pioggia non così impegnativa (la Formula 1 ha visto diluvi molto più importanti), non dipende dalle gomme, dalle macchine o dai piloti, ma dal regolamento. Certo, la colpa di tutto questo è della stupida regola del parco chiuso!
Tutti, anche i meno esperti, sanno che la pista asciutta o bagnata richiedono due assetti diversi, ma con la regola del parco chiuso blocca la conformazione della vettura a quella delle prove, senza che i meccanici possano modificarlo per adattarlo ad un acquazzone improvviso, per esempio.
Per cui correre sotto l'acqua senza poter alzare la macchina, aumentare il carico aerodinamico o ammorbidire l'assetto diventa difficile e pericoloso, generando un rischio che nessuna SC può arginare.
Qualcosa deve cambiare in questa Formula 1, e speriamo presto.
Matteo Pedetti