GP AUSTIN: VINCE HAMILTON, DAVANTI A ROSBERG E RICCIARDO

Lewis Hamilton ha conquistato in Texas la settima vittoria stagionale, nonché la 50esima in carriera, portandosi a soli 26 punti di svantaggio dal compagno di squadra, riaprendo la strada verso il mondiale.
Con questo ennesimo successo il pilota inglese è ora a meno uno da Alain Prost, nella classifica dei piloti più vincenti della storia della Formula Uno.
Conquistata la Pole Position sabato notte, all’alfiere della Mercedes non è rimasto che amministrare la gara, portando la sua W07 in volata fin sotto la bandiera a scacchi prima degli altri; buona la partenza, punto dolente dell’inglese, e ottima la strategia pneumatici, volta a salvare una gara già scritta senza prendersi rischi eccessivi.
Con questo ennesimo successo il pilota inglese è ora a meno uno da Alain Prost, nella classifica dei piloti più vincenti della storia della Formula Uno.
Conquistata la Pole Position sabato notte, all’alfiere della Mercedes non è rimasto che amministrare la gara, portando la sua W07 in volata fin sotto la bandiera a scacchi prima degli altri; buona la partenza, punto dolente dell’inglese, e ottima la strategia pneumatici, volta a salvare una gara già scritta senza prendersi rischi eccessivi.

Bella gara anche per Rosberg e Ricciardo, giunti rispettivamente in seconda e terza posizione, esattamente come sulla griglia di partenza; inizialmente il tedesco ha dovuto cedere all’attacco dell’australiano, avvantaggiato dalla mescola più morbida delle gomme; dopo la partenza su gomme Soft, Rosberg ha montato le gomme Medie, per allungare lo stint rispetto agli altri concorrenti; ottima la scelta di effettuare la seconda sosta in regime di Virtual Safety Car, potendo così approfittare del tempo perso da Ricciardo per il cambio gomme a gara aperta, appropriandosi della seconda posizione.
L’australiano ha mostrato una stoffa non da poco mischiando un po’ le carte, almeno nelle prime fasi di gara, dovendosi poi arrendere alla superiorità tecnica delle Freccie d’Argento; al contrario, Rosberg non ha voluto rischiare, accontentandosi di un secondo posto che, a conti fatti, potrebbe bastare per portare a casa il suo primo titolo mondiale. D’altro canto la distanza in classifica dal compagno di squadra permetterebbe al tedesco di “sedersi”: infatti sarà sufficiente portare la W07 sul secondo gradino del podio in tutti e tre i prossimi appuntamenti per agguantare il titolo iridato; con una Mercedes così stiamo parlando di un compito quasi facile.
Quarto all’arrivo Vettel, che anche stavolta non ha brillato, né in qualifica, né in gara; sesto in griglia, il tedesco ha guadagnato posizioni approfittando dei ritiri altrui, dovendo abbassare la testa sotto i colpi di Raikkonen-poi ritirato. Buono l’attacco iniziale a Verstappen grazie alle supersoft, decisamente più prestanti, senza però riuscire a concludere il sorpasso; poi, intorno al 35esimo giro, l’ala posteriore della sua SF16-H ha iniziato a dare problemi, probabilmente per via di alcuni detriti in pista, non precludendo il risultato della Rossa.
Decisamente bizzarra la strategia dal muretto, che inizialmente sembrava voler risparmiare una sosta, ma a soli tre giri dalla conclusione ha richiamato il pilota per un terzo cambio gomme; probabilmente per precauzione, assicurandosi la posizione e permettendo all’alfiere Ferrari di portare a casa la magra consolazione del giro più veloce.
A proposito di ritiri, bisogna parlare di due uscite delle grandi, ovvero Verstappen e Raikkonen.
Il primo è stato protagonista di un clamoroso errore durante la seconda sosta: l’olandese si è infatti presentato ai box senza essere stato richiamato, per trovare tutti i meccanici impreparati; questo gli è costato diversi secondi ed un lunghissimo pit stop improvvisato. Pochi minuti dopo, durante la ventinovesima tornata, la sua RB12 inizia a perdere potenza, rallentando. La giovane promessa della Red Bull non si è però fermato, continuando sulla pista a velocità ridicole, mettendo a rischio la gara e la macchina, per poi fermarsi lungo una via di fuga, costringendo all’ingresso della Virtual Safety Car.
Il secondo ritiro eccellente è stato quello di Iceman, che, balzato in quarta posizione fin dalla partenza, ha saputo mettersi in gioco con la monoposto Verstappen. Buono il passo fino al trentanovesimo giro, quando qualcosa non è andato come avrebbe dovuto: durante la terza sosta, il finlandese è ripartito con una gomma agganciata male e rompendo la pistola ancora attaccata; il pilota è stato richiamato appena prima dell’uscita dalla Pit Lane, permettendogli di rientrare in retromarcia fino alla sua postazione. Tutto questo si è tradotto con un ritiro di Raikkonen ed una probabile penalità al prossimo Gran Premio per unsafe release.
Primo de “gli altri” è arrivato Fernando Alonso, che agguanta una quinta posizione che profuma di vittoria. Una certezza su una McLaren non sempre all’altezza, lo spagnolo si è dimostrato immenso come sempre, non facendosi abbattere nemmeno dalla cavalleria decisamente maggiore della Williams di Massa e dal talento dell’assai più giovane Carlos Sainz, sopravanzato a pochi secondi dal termine.
Nulla togliere allo spagnolo della Toro Rosso, che non correva così da settimane, portandosi a casa un manipolo di punti più che meritato.
Massa, settimo, porta a casa l’ennesimo risultato buono, anche se finire dietro ad una Toro Rosso e ad una McLaren con la macchina che si ritrova non è certo la migliore della ambizioni.
Ottavo Perez, che ravviva le speranze della Force India nel mondiale costruttori, rimontando bene dopo il testacoda dovuto al contatto con Kvyat. Il messicano mostra sempre una stoffa senza compromessi, racimolando bene o male sempre qualche punto.
Segue Button, con una nona posizione già poco gratificante, specialmente se confrontata con la prestazione magistrale del compagno di squadra; diciamo che per un campione della sua stoffa ci saremmo aspettati un addio più entusiasmante.
Chiude la zona punti Grosjean, che mostra l’aggressività che ci si aspetta da un pilota della sua esperienza; ormai ci siamo abituati ai suoi incredibili saliscendi, ma quando c’è la grinta e la concentrazione il risultato è assicurato.
Matteo Pedetti