TOYOTA RAV4 HYBRID: POWER RE-DIFINED
Era l’ormai lontano 1994 quando Toyota presentava il primo suv con il nome di RAV 4 (Recreational Active Vehicle 4 wheel drive), ovvero un’auto pensata per tutti i giorni, con un look moderno, ma capace di affrontare ogni tipo di terreno. Ancora non sapevano che il segmento da loro inaugurato sarebbe diventato il più importante del mercato attuale.
Negli ultimi 22 anni Rav 4 ne ha fatta davvero tanta di strada, anche se le differenze dalla prima generazione non sono poche.
Si è persa un po’ la vocazione per la guida fuoristrada, prediligendo abitabilità e comfort di guida; un chiaro segnale è stato la perdita della ruota di scorta sul portellone posteriore, già dalla terza serie; inoltre, sebbene nata super-compatta, le dimensioni sono aumentate di generazione in generazione, arrivando oggi a 4 metri e 60 di lunghezza, a vantaggio degli spazi interni.

Dopo 3 anni dal lancio della quarta serie, la suv nipponica si concede un piccolo restyling, concentrato per lo più sul frontale, che si fa più moderno e accattivante, seppur meno aggressivo.
I fari full led sostituiscono i vecchi bi-xeno e sono più sottili, così come la linea dell’anteriore che li separa, portando al centro il logo del marchio; la mascherina è invece cresciuta, ma la forma e il fascione centrale in tinta con la carrozzeria ne dissimulano le reali dimensioni; la fiancata e il posteriore non sono stati modificati, se non nei fari, mantenendo la linea già ben riuscita.
La vera novità si trova però sotto il cofano: finalmente il suv più vecchio del mondo si converte all'ibrido, completando l’intera gamma Toyota.
La trazione integrale meccanica è stata abbandonata, inserendo nella versione AWD un secondo motore elettrico sull'asse posteriore; in questa nuova configurazione il 4x4 aiuta su terreni accidentati e migliora la tenuta in curva, riducendo però il peso e l'ingombro delle parti meccaniche, come l'asse di trasmissione.
Noi siamo saliti sulla 2wd, l’Hybrid a trazione anteriore e vi raccontiamo com'è andata.
L’abitacolo non ha subito grosse modifiche con il restyling, se non nella strumentazione, ripresa direttamente dalle sorelline Auris e Yaris Hybrid. Il contagiri è sostituito dalla caratteristica lancetta che rimbalza tra Power, Eco e Charge, indicando rispettivamente l’utilizzo del motore termico, di entrambi i motori in sincronia o la ricarica del pacco batterie. Quest’ultima fase avviene in frenata o in curva, recuperando la coppia inutilizzata dal motore a benzina.
I fari full led sostituiscono i vecchi bi-xeno e sono più sottili, così come la linea dell’anteriore che li separa, portando al centro il logo del marchio; la mascherina è invece cresciuta, ma la forma e il fascione centrale in tinta con la carrozzeria ne dissimulano le reali dimensioni; la fiancata e il posteriore non sono stati modificati, se non nei fari, mantenendo la linea già ben riuscita.
La vera novità si trova però sotto il cofano: finalmente il suv più vecchio del mondo si converte all'ibrido, completando l’intera gamma Toyota.
La trazione integrale meccanica è stata abbandonata, inserendo nella versione AWD un secondo motore elettrico sull'asse posteriore; in questa nuova configurazione il 4x4 aiuta su terreni accidentati e migliora la tenuta in curva, riducendo però il peso e l'ingombro delle parti meccaniche, come l'asse di trasmissione.
Noi siamo saliti sulla 2wd, l’Hybrid a trazione anteriore e vi raccontiamo com'è andata.
L’abitacolo non ha subito grosse modifiche con il restyling, se non nella strumentazione, ripresa direttamente dalle sorelline Auris e Yaris Hybrid. Il contagiri è sostituito dalla caratteristica lancetta che rimbalza tra Power, Eco e Charge, indicando rispettivamente l’utilizzo del motore termico, di entrambi i motori in sincronia o la ricarica del pacco batterie. Quest’ultima fase avviene in frenata o in curva, recuperando la coppia inutilizzata dal motore a benzina.
Al centro della plancia si trova uno schermo touch screen da 7” capace di gestire infotainment, mappe e utilizzo di energia.
La qualità di materiali e rivestimenti è buona, soprattutto sulla plancia in similpelle, anche se c’è un largo uso di plastiche rigide. Inoltre sono assenti le bocchette dell’aria per i passeggeri posteriori, ma il miglioramento rispetto alla precedente versione è comunque evidente.
Nonostante le dimensioni, la guidabilità è ottima e la visuale più alta da un deciso “vantaggio” rispetto a vetture più piccole. Buche e asperità del fondo stradale sono ben assorbite dall’assetto morbido; inoltre è eccelsa l’insonorizzazione dell’abitacolo, che isola bene dai rumori derivanti dal rotolamento degli pneumatici o dai fruscii aerodinamici.
Unico “difetto”, al quale bisogna fare l’abitudine, è la frenata, che sebbene progressiva risulta un po’ lunga per via del sistema di ricarica.
Sulla plancia troviamo tre tasti che permettono di passare dalle modalità EV, Eco e Sport; la prima utilizza esclusivamente il motore elettrico ed è l’ideale per muoversi in città; la seconda crea un perfetto compromesso tra il propulsore termico e quello elettrico, al fine di ridurre l’utilizzo di carburante; infine il tasto Sport rende lo sterzo più reattivo e il pedale dell’acceleratore letteralmente più morbido, favorendo una guida più spinta.
Ma il vero cavallo di battaglia del RAV 4 sono in consumi. Nella nostra prova, girando fuori città in modalità Eco e Sport, ha fatto registrare circa 15 km/l, numero destinato a crescere in città, dove l’utilizzo dell’elettrico è maggiore. Rimane comunque un dato ottimo, specialmente se pensiamo alle dimensioni del motore e al peso della vettura, che sfiora i 1700 kg.
Sotto il cofano troviamo un 2,5 litri a benzina da 155 cavalli, accompagnato dal più piccolo motore elettrico, grazie al quale si raggiungono i 197 cavalli.
Il motore termico è detto a ciclo Atkinson, ed è caratterizzato dall'apertura delle valvole di aspirazione anche in fase di compressione, che subisce quindi un ritardo aumentando il rendimento.
La grinta non manca, ma il cambio a variazione continua e-CVT non permette di avere quella spinta che possiamo aspettarci da quasi 200 cv, portandosi dietro un ritardo di risposta cronico. Infatti l’accelerazione da 0 a 100 km/h ferma il cronometro a quasi 9 secondi, dato buono ma non eccelso in relazione alla potenza.
Ma come sappiamo una guida sportiva o nervosa sono l’antitesi del risparmio di carburante, e Rav 4 ne è la dimostrazione; sa dare soddisfazioni, soprattutto a pieno regime, ma la Hybrid è una vettura nata per controllare e ridurre i consumi, ed in questo se la cava davvero bene.
La qualità di materiali e rivestimenti è buona, soprattutto sulla plancia in similpelle, anche se c’è un largo uso di plastiche rigide. Inoltre sono assenti le bocchette dell’aria per i passeggeri posteriori, ma il miglioramento rispetto alla precedente versione è comunque evidente.
Nonostante le dimensioni, la guidabilità è ottima e la visuale più alta da un deciso “vantaggio” rispetto a vetture più piccole. Buche e asperità del fondo stradale sono ben assorbite dall’assetto morbido; inoltre è eccelsa l’insonorizzazione dell’abitacolo, che isola bene dai rumori derivanti dal rotolamento degli pneumatici o dai fruscii aerodinamici.
Unico “difetto”, al quale bisogna fare l’abitudine, è la frenata, che sebbene progressiva risulta un po’ lunga per via del sistema di ricarica.
Sulla plancia troviamo tre tasti che permettono di passare dalle modalità EV, Eco e Sport; la prima utilizza esclusivamente il motore elettrico ed è l’ideale per muoversi in città; la seconda crea un perfetto compromesso tra il propulsore termico e quello elettrico, al fine di ridurre l’utilizzo di carburante; infine il tasto Sport rende lo sterzo più reattivo e il pedale dell’acceleratore letteralmente più morbido, favorendo una guida più spinta.
Ma il vero cavallo di battaglia del RAV 4 sono in consumi. Nella nostra prova, girando fuori città in modalità Eco e Sport, ha fatto registrare circa 15 km/l, numero destinato a crescere in città, dove l’utilizzo dell’elettrico è maggiore. Rimane comunque un dato ottimo, specialmente se pensiamo alle dimensioni del motore e al peso della vettura, che sfiora i 1700 kg.
Sotto il cofano troviamo un 2,5 litri a benzina da 155 cavalli, accompagnato dal più piccolo motore elettrico, grazie al quale si raggiungono i 197 cavalli.
Il motore termico è detto a ciclo Atkinson, ed è caratterizzato dall'apertura delle valvole di aspirazione anche in fase di compressione, che subisce quindi un ritardo aumentando il rendimento.
La grinta non manca, ma il cambio a variazione continua e-CVT non permette di avere quella spinta che possiamo aspettarci da quasi 200 cv, portandosi dietro un ritardo di risposta cronico. Infatti l’accelerazione da 0 a 100 km/h ferma il cronometro a quasi 9 secondi, dato buono ma non eccelso in relazione alla potenza.
Ma come sappiamo una guida sportiva o nervosa sono l’antitesi del risparmio di carburante, e Rav 4 ne è la dimostrazione; sa dare soddisfazioni, soprattutto a pieno regime, ma la Hybrid è una vettura nata per controllare e ridurre i consumi, ed in questo se la cava davvero bene.

Il listino parte da 32,550 euro per la Hybrid 2WD Active, arrivando a 36,650 euro per la più accessoriata Lounge che abbiamo provato, la quale comprende cerchi da 18”, luci a led, regolazione elettrica di sedile e specchietti, sistema di navigazione e sensori di parcheggio.
Tra gli optional troviamo riconoscimento dei segnali stradali, sensori di corsia e punti ciechi, oltre all’Around View Monitor, ovvero un sistema di telecamere che ricrea l’ambiente intorno all'auto diventando molto utile in fase di manovra, specialmente vicino ad ostacoli di piccole dimensioni.
Matteo Pedetti